Castel San Niccolò in provincia di Arezzo Toscana
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Comune di Castel San Niccolò

provincia di Arezzo

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CASTEL SAN NICCOLO'

Il territorio del comune di Castel San Niccolò, nel Valdarno casentinese, si estende per un'area di 83,14 kmq sulle pendici nord-orientali del giogo del Pratomagno, dal tratto più elevato del crinale (Croce di Pratomagno, a 1.591 m di altezza) fino alla confluenza del torrente Solano con l'Arno, nella piana di Campaldino e in epoca romana era attraversato dalla via che provenendo da Firenze per Pelago giungeva a Montemignaio e quindi a Vado, dove si immetteva nella più importante strada casentinese. Centro feudale, poi podesteria medievale, nel 1808 fu privato della frazione di Montemignaio, eretta a sede di comunità; raggiunse l'assetto attuale nel 1868, con l'acquisizione delle frazioni di Battifolle, Caiano, Poggio Vertelli, Ristonchi e Vertelli, prima facenti parte del comune di Montemignaio. Il castello di San Niccolò fu una delle rocche più munite possedute dai conti Guidi nel Casentino fin dal XIII secolo Vi era signore il conte Galeotto quando nel 1342 la popolazione, vessata dal suo governo dispotico, insorse riuscendo a cacciano. Castei San Niccolò si dette allora spontaneamente a Firenze che ne fece capoluogo di una vasta podesteria, detta della Montagna Fiorentina, comprendente Montemignaio, Battifolle, Borgo alla Collina e Ortignano; l'acquisto della comunità da pane della repubblica fiorentina fu sancito nel 1359, con un atto pubblico sottoscritto dal conte Marco dei Guidi. Nel 1440 il castello si rese protagonista di una lunga resistenza all'assedio posto dalle truppe di Niccolò Piccinino. Dopo la sua decadenza acquistò sempre più importanza il sottostante borgo di Vado (nato nel Medioevo come mercatale del castello e così chiamato probabilmente perché formatosi all'altezza del guado sul torrente Solano), poi denominato Strada, toponimo che indica chiaramente come la sua origine e il suo sviluppo siano dovuti all'ubicazione su una grande direttrice di transito. Castel San Niccolò è stato caratterizzato in passato da una economia prevalentemente agricola. La pastorizia e i prodotti del bosco (legno, castagne, carbone vegetale, funghi, lamponi e fragole) avevano una parte importante nell'economia della zona. Verso la seconda metà dell'Otto- cento, accanto alla tradizionale manifattura di mobili e di utensili vari in legno, Castel San Niccolò ospitava nel suo territorio anche alcune filande per la filatura della seta, un lanificio e concerie di pelli. L'agricoltura e i boschi che ricoprono buona parte del territorio restano ancora oggi il fondamento dell'economia locale con una buona produzione di grano, foraggi, olio e vino, castagne e funghi, ciliege; importante è anche l'allevamento del bestiame, in particolare ovino e suino, e l'avicoltura. Intorno al capoluogo si sono andate sviluppando piccole e medie imprese che operano nel settore dei mobili, delle ceramiche e delle porcellane, della meccanica, dell'elettronica, dell'edilizia, del tessile, del legno e alimentare. Buono è l'apporto economico del turismo estivo. La popolazione totale del territorio comunale raggiunge i 2.859 abitanti nel 1991, con una densità di 34 unità per kmq. Per quanto riguarda le età precedenti la popolazione totale era passata da 3.802 unità nel 1551 a 3.056 nel 1745; nel 1830 il comune contava 4.265 abitanti, salì a 5.384 nel 1881 e a 6.321 nel 1936. Nel 1951 gli abitanti erano 6.277, che scendevano a 4.494 al censimento del 1961, a 3.344 a quello del 1971 e a 3.043 nel 1981.

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